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PROGETTO “INTER-AZIONE”: UNO SPAZIO PER GLI ADOLESCENTI, APERTO A RELAZIONI E POSSIBILITA’

Uno spazio, un momento, un appuntamento tutto per gli adolescenti. Una piccola grande “scommessa” partita piano piano, un passo per volta, un progresso dopo l’altro, con scoperte inattese e sorprese felici. Dopo il successo dell’avventura teatro con Francesca Botti, la decisione di proseguire con nuove iniziative e nuovi incontri. Grazie anche al cuore del gruppo di Lugagnano, sempre volonterosi, motivati, entusiasti. Gli obiettivi dell’iniziativa, per scelta, non erano ben delineati, definiti, ma soltanto accennati, come ci spiega Francesca Silvestri, psicologa e psicoterapeuta che segue il progetto assieme al collega Alberto Venturelli: “Creare uno spazio di relazioni e di possibilità: ecco l’unico obiettivo che ci siamo posti, cominciando questo percorso”. “Abbiamo deciso di partire con una nuova esperienza, aggiunge Venturelli – anche alla luce dei feedback ricevuti lo scorso anno dagli stessi adolescenti. Abbiamo voluto che loro fossero i protagonisti, coinvolgendoli in prima persona già nelle fasi di progettazione… e pare che questa formula stia funzionando! Ad ogni incontro i ragazzi si conoscono di più: tutto ciò non accade per caso, viene preparato, ma poi si aggiunge la passione, l’ingrediente segreto che fa magie…”.

Organizzazione, preparazione e anche uno spazio di apertura alla creatività, non senza qualche perplessità che Francesca non nasconde: “Temevo fosse troppo impegnativo per gli adolescenti, che invece ancora una volta ci hanno sorpreso per la grande sensibilità ma anche per l’entusiasmo, l’intraprendenza, la voglia di mettersi in gioco: sono loro stessi a proporre iniziative, a rinunciare anche a qualche impegno o appuntamento personale per non mancare…”.

Tutti presenti fin dal primo incontro, lo scorso febbraio, quando si è scelto di “rompere il ghiaccio” usando la creatività come mezzo di connessione. E allora spazio al colore, in quel pomeriggio di primo step della nuova avventura. Prima però la presentazione: “Ognuno – racconta Alberto – aveva portato un piccolo oggetto che potesse rappresentarlo, per presentarsi agli altri. La curiosità? Quello più gettonato, sia per i ragazzi con autismo che per gli altri, sono state le cuffiette: una conferma di quanto siano vicini due mondi che spesso paiono lontanissimi!”. Non è stato un caso che nella stessa serata la condivisione sia stata veicolata appunto da musica e arte. Dalle cuffiette ai cartelloni su cui i ragazzi hanno tracciato, l’uno con l’altro, i profili delle rispettive mani, un bel momento di condivisione, per poi dare il via libera al colore, per dipingere quelle mani tratteggiate, mani che poi si trasformeranno in segnalibri simbolo di una giornata speciale. Che si è chiusa con una merenda tutti insieme e con una ragazzina che non voleva assolutamente andarsene alla fine del pomeriggio: “Una bella conquista… che rende ancora più positivo il bilancio dell’esperienza” commenta Francesca.

Dalla merenda alla pizzata insieme, il passo non è poi così lungo: è stato questo il secondo step del progetto, con il cibo a fare da gradito “tramite” per la relazione, la condivisione, la comunicazione. Ne è nata una bella tavolata, che ha visto i ragazzi aiutarsi l’un l’altro, ognuno col proprio ruolo, chi ad allestire, chi a servire o tagliare la pizza. E durante la cottura, tutti a cimentarsi nella realizzazione dei segnalibri con i disegni delle mani fatti qualche settimana prima. Sorrisi, qualche parola, risate e qualche canzone improvvisata da intonare assieme perché si scopre in quel momento che piace a tutti e due. Spontaneità: bello vederla nascere tra questi ragazzi, un’emozione che racconta ancora Francesca: “Troppo bello vederli entrare in relazione, vederli a proprio agio in un contesto diverso da quello di casa o di scuola, cose che per tutti sono scontate ma per loro assolutamente no”.

“I sorrisi, i momenti in cui un ragazzo che non usa molte parole incrocia il tuo sguardo, ti fissa e ti comunica così di sentirsi compreso” sono stati questi gli attimi più belli, nelle parole emozionate di Alberto. Qualche “passo difficile” non è mancato, come del resto in tutte le belle avventure: qualcuno che non accettava di sporcarsi le mani con i colori, qualcun altro che non gradiva tutti gli ingredienti della pizza… momenti che sono stati superati trasformandosi in occasioni di crescita per tutti. “Un bagaglio di consapevolezze ed esperienze” lo definisce Alberto, “molto prezioso per chi un domani si troverà anche da adulto a contatto con persone con autismo”. E infatti tra gli obiettivi primari di questo progetto c’è quello di “creare comunità, dove inclusione non sia una bella parola astratta ma una concretezza che nasce da esperienze e il territorio di Sona, di cui mi sento parte, si sta muovendo in questa direzione grazie ai numerosi progetti proposti da Ants”. Torna sulle finalità anche la collega Francesca: “Non obiettivi specifici, scritti a tavolino, ma piuttosto la creazione di uno spazio di relazione, di possibilità… un passo dopo l’alto, mano nella mano, con la curiosità di vedere che cosa può succedere, che cosa può nascere”. Il senso è questo, la strada pare proprio quella giusta. E allora perché fermarsi? Si prosegue, pronti via. Grazie alle idee e al cuore di Ants, grazie agli sguardi, ai pensieri e ai sorrisi dei ragazzi e delle ragazze di Lugagnano, all’entusiasmo con cui si mettono a disposizione, in gioco, alla capacità, di tutti, di spiazzare ancora una volta noi “grandi” per la semplicità con cui si avvicinano, si stringono quelle mani che hanno dipinto, anche per il coraggio di saltar via gli inevitabili ostacoli. Per dire, ribadire che sì, si può fare.