
PROGETTO FRATELLI – E IO!?

Per l’ultimo incontro dell’anno, sabato 17 dicembre, bambini e ragazzi del progetto “E IO?!” si sono riuniti in un unico gruppo per una festosa merenda tutti insieme, scambiandosi gli auguri natalizi e un sicuro “arrivederci” al prossimo anno. È stata una bella occasione per ascoltare le voci dei protagonisti, in una piccola inedita intervista ad alcuni bambini e ragazzi che hanno partecipato al progetto…
Cosa ti è piaciuto di più del percorso fatto quest’anno, qual è il tuo ricordo più bello?
Zeno, 16 anni, non ha dubbi: “La cosa che mi è rimasta più impressa e che più mi è piaciuta è quando, divisi in due gruppi, abbiamo letto due libri diversi, poi ciascun gruppo sulla base del libro ha organizzato un piccolo spettacolo da mostrare all’altro.
Mattia, 13 anni, racconta invece: “A me è piaciuto quando abbiamo raccontato delle storie per poi mimarle”, con lui concorda Samuele, 11 anni: “Anche per me è stata un’attività molto divertente”.
Per Letizia, 13 anni, un bel ricordo dell’esperienza di quest’anno è “quando abbiamo letto un brano del Piccolo Principe e fatto poi un lavoro utilizzando alcune frasi del libro”, mentre la coetanea Elisa ricorda con piacere, come Zeno, le scenette realizzate sulla base di alcuni racconti letti.
Tra i più piccoli Anna, 9 anni, ha apprezzato un lavoro fatto sulle emozioni, sempre a partire dalla lettura di un libro, mentre Alessandra, 10 anni, si è divertita a ritrarre la propria famiglia “come uno zoo, disegnando ogni componente come un animale diverso”.
Tornando al gruppo degli adolescenti, Francesco è rimasto entusiasta di “un grande bersaglio in cui abbiamo scritto al centro il nostro nome e poi, andando verso l’esterno, le cose che ci piacevano di più e quelle meno riguardo noi stessi”.

Come ti sei sentito nei vari incontri, quali emozioni hai provato?
Qui, tutti rispondono all’unanimità, raccontando di aver provato all’inizio “un po’ di tensione, di ansia” per poi sentirsi pian piano sempre più a loro agio. Molti di loro hanno utilizzato la stessa intensa espressione, “mi sono sentito accolto, capito”.
Tutti concordi – ed entusiasti – anche sul ripetere l’esperienza il prossimo anno… qualcosa da migliorare, un suggerimento da dare?
Zeno, supportato da molti “compagni di viaggio”, propone di riprovare a realizzare il progetto del 2020 bloccato purtroppo dalla pandemia, “organizzare uno spettacolo di fine anno, aperto anche alle famiglie”.
Samuele vorrebbe fare tanti lavoretti, “ancora di più di quelli che già facciamo, perché qui è più bello realizzarli rispetto a casa, dove non riesco ad avere tante idee, o a scuola dove non abbiamo molto tempo!”.
Altre proposte, per arricchire il percorso dell’anno che verrà, sono “cacce al tesoro e uscite a piedi in paese”, mentre intenerisce la bella proposta di Francesco: “Alla fine del percorso sarebbe bello, un pomeriggio, riunirsi tutti insieme, grandi e piccoli, insieme anche ai nostri fratelli e sorelle autistici”.

Infine, lasceresti un messaggio o un consiglio ad un ragazzo o una ragazza che partecipa per la prima volta a questo progetto?
Zeno prende per primo la parola: “Gli direi di lasciarsi andare, di non sentirsi mai in imbarazzo, perché qui sarà sempre capito e ascoltato”.
Francesco aggiunge: “Io consiglierei di vivere al meglio questa esperienza, perché può aiutare davvero molto!”. Conclude Alessandra con un semplice quanto esaustivo “Vedrai che qui troverai degli amici veri”.
Ormai un “veterano” del progetto, Elia, 21 anni, da quest’anno partecipa come volontario: “Ho iniziato 5 anni fa, proprio quando è partita questa iniziativa, ho partecipato tutti gli anni e mi è stato proposto di continuare come volontario… All’inizio è stato un pretesto per conoscere persone che hanno qualcosa in comune con me, che ho una sorella autistica… questa esperienza mi ha aiutato molto perché mi ha “costretto” a parlare, ad aprirmi”.
E cosa ne dici del tuo debutto come volontario? “Ho cominciato coi più piccoli e all’inizio ero un po’ in ansia perché era un’esperienza proprio nuova per me con bambini di questa età… Però il mio nuovo ruolo mi è subito piaciuto!”.
Qual è secondo te la cosa più bella, che rende prezioso questo progetto? “La condivisione, la possibilità di confrontarsi, l’armonia che si crea nonostante ci vediamo una volta al mese… non ci sono mai problemi particolari, qualche litigio normale e passeggero, ma il gruppo è sempre stato molto unito”.
E un consiglio a chi vi prenderà parte per la prima volta? “Stai tranquillo, fai un bel respiro e… tutto andrà bene! Devi pensare che qui tutti ti capiranno al volo perchè vivono la tua stessa situazione, non sempre facile: quindi siamo tutti aperti e pronti ad ascoltare e capire”.
“Collega” di Elia, Emma, anche lei all’esordio come volontaria: “Per me è stato tutto una scoperta, ma il bilancio è davvero positivo: lavorare con l’autismo, conoscere i bambini e le loro famiglie, mi è sempre piaciuto, ma vedere il punto di vista, la prospettiva dei fratelli è stato un arricchimento speciale sotto tutti i punti di vista… importante anche per me a livello personale, perché i temi affrontati ogni sabato fanno riflettere, toccano da vicino anche noi grandi”.
“È emozionante cogliere l’armonia che si crea nei gruppi, ma anche tra grandi e piccoli, cosa affatto scontata… e poi vedere come si mettono in gioco i ragazzi, specie gli adolescenti che di solito fanno più fatica”.
Un’esperienza, sembra di capire, da ripetere … “Certo, lo vorrei tanto, perché oltre che arricchire sul piano professionale, fa davvero bene al cuore”.

Emozione ed entusiasmo anche nelle parole di Francesca Silvestri, Psicoterapeuta che ha seguito il progetto anche quest’anno assieme alla collega Irene Antolini:
“Anche quest’anno è andata benissimo, anzi devo dire sempre meglio: i ragazzi sono molto partecipi e attivi, dopo i primi incontri si “sciolgono” e iniziano ad interagire, a collaborare, a condividere sentimenti, racconti, ricordi… instaurando così un bel clima in cui si sta proprio bene.
Anche se ci troviamo una volta al mese, è come se ci fossimo lasciati il giorno prima, e i nuovi arrivati si integrano facilmente dopo il primo incontro”.
Riscontri positivi confermati dai genitori, con i quali poche settimane fa si è tenuto il consueto incontro di restituzione: “Mamme e papà hanno parlato di magia: è come se quando si entra qui succedesse qualcosa di speciale, per cui i ragazzi escono sempre molto sereni e contenti e ci tornano volentieri, rinunciando a volte a cose per loro importanti come compleanni o altre attività”.